Trapianto di capelli e luoghi comuni
Il tema dell’articolo di oggi non prevede di esaminare le diverse tipologie di trapianto di capelli ma, quando vale la pena ricorrervi.
L’affermazione che più di ogni altra si sente rivolgere un esperto di tricologia è la seguente: “tanto se perdo tutti capelli mi faccio un trapianto”. Nulla di più sbagliato.
Trapianto di capelli: una premessa
Per poter essere sottoposti ad un intervento chirurgico di questo tipo è essenziale avere una zona donatrice di capelli. Cosa significa questo? Che per il trapianto di capelli è necessario essere predisposti. Solo con una zona donatrice solida sarà possibile rinfoltire l’area, o le aree, diradate.
Area donatrice e area diradata
La zona della testa che “offre” i capelli solitamente si trova ai lati o nella parte sottostante della nuca. In queste parti i capelli sono grossi e corposi e non presentano alcun enzime di caduta. L’area donatrice può quindi sostenere le parti della chioma che sono meno folte o affette da alopecia. Qualora le parti carenti siano più di una sarà necessario ricorrere a più di un intervento. Ma questa decisione deve essere presa di comune accordo tra paziente e chirurgo.
Alopecia e fase post-trapianto di capelli
Una volta conclusa l’operazione il paziente non è più classificato come calvo ma questo non lo ritiene esente dalle cure post-intervento. Le cure necessarie nel periodo successivo al trapianto sono rilevanti tanto quanto l’intervento stesso. Una volta che i capelli nuovi inizieranno a crescere è necessario ingrossare i capelli preesistenti (portarli ad uno stato di salute ottimale) e a recuperare i capelli miniaturizzati che, da sempre, esistono nei casi di alopecia.
Sì, il trapianto risolve i casi di alopecia se predisposti
La simbiosi tra operazione chirurgica e cure garantisce la fine della calvizie.
Per saperne di più contatta una delle nostre sedi e prenota una consulenza.